Ingredienti e dosi: • 12 tuorli d'ovo • 500 g di zucchero • 1 kg di mascarpone • 60 savoiardi • caffè zuccherato • cacao amaro.
Prendi i tuorli e montali a spuma con lo zucchero, unendo il mascarpone, fino a ottenere un composto morbido e cremoso. In un piatto di portata o in un vassoio, meglio se rettangolare, prepara uno strato con metà dei savoiardi bagnati con il caffè e spalma metà del composto cremoso. Metti sopra un secondo strato con i restanti savoiardi, bagnali bene con il caffè e ricopri con il rimanente composto cremoso. Spruzza al di sopra del cacao amaro e metti in frigo, togliendo solo al momento di servire come nei ristoranti di Treviso, provincia e in tutta Italia.
Su questo straordinario dolce trevigiano se ne sono sentite di tutti i colori: che era stato inventato sul finire dell'Ottocento da un oste con ambiente appena fuori le mura di Treviso per accontentare l'arzillo conte Bolasco; che era creato da uno storico pasticciere che operava nel cuore della città, ma anche da un pasticciere trevigiano emigrato (scappato a seguito di disavventure finanziarie) negli USA; e così via. È facile capire come attribuirsi il merito del dolce attualmente più diffuso nel mondo sia un vanto non da poco. Ed è dunque giusto far pulizia di tanto millantato credito e di false attribuzioni per ristabilire la verità dei fatti.
E aggiungiamo subito che da diversi anni ormai il Tiramisù non solo si trova praticamente in tutto il mondo ma, con questo nome, si servono mille altre cose che col vero Tiramisù non hanno alcuna parentela. Veniamo dunque alla storia. Questo dolce appartiene a un filone tipico della gastronomia asburgica, quella dei "dolcial caffè" che sono patrimonio storico, almeno da alcuni secoli, della cucina mitteleuropea che aveva (ed ha) i suoi punti di forza a Vienna (ma anche a Budapest e a Lubiana) e, per quanto riguarda l'Italia, a Trieste. Ma anche Venezia ha fatto propri, nel corso della prima metà dell'Ottocento, molti contributi della cucina asburgica per la presenza - tra il 1816 e il 1866 - di alte autorità imperiali, fra le quali anche Francesco Giuseppe e sua moglie, l'imperatrice Sissi ed ancora l'arciduca Massimiliano, finito poi malamente in Messico.
Il clima, perché ci fosse anche a Treviso, da sempre molto legata a Venezia pure per la cucina, la presenza di un dolce al caffè era pertanto favorevole e quindi un simile dolce a Treviso non rappresenta assolutamente qualcosa di esotico e di importato. Entrando nella nostra storia, va innanzi tutto ricordata la signora Speranza Bon Garatti che nel suo ristorante "Al Fogher", ben noto a Treviso e attualmente gestito dai figli, serviva fin dagli anni immediatamente successivi all'ultima guerra mondiale un ottimo dessert al cucchiaio, denominato "Coppa imperiale al Fogher". Ricordiamo questa signora bravissima e molto raffinata, perché il suo dolce lo realizzava con quasi gli stessi ingredienti del Tiramisù (caffè amaro, mascarpone, zucchero e tuorli d'uovo), impiegando al posto dei biscotti savoiardi il Pan di Spagna e cioccolato grattugiato al posto del cacao amaro. Probabilmente questo dolce è presente a Treviso addirittura prima del Tiramisù, è più raffinato ed è quello che ha dato origine ai Tiramisù in coppa che si godono, ormai da diversi anni, in alcuni dei massimi ristoranti internazionali, sia in Italia che all'estero.
E allora il Tiramisù?
Giuseppe Maffioli, il gran cultore della cucina trevigiana, colui che seppe darle dignità gastronomica affinando molte delle sue preparazioni, generoso poi di consigli con quelli che sono poi diventati i più celebrati ristoratori trevigiani, questo dolce lo chiamava Tiramesù, in dialetto, come era chiamato nel ristorante dove era stato creato. Collaboratore fra i principali de "La Cucina Italiana" e autore di importanti volumi di gastronomia, fra i quali "Il Ghiottone Veneto", all'inizio degli anni '70 del secolo scorso egli ebbe a scrivere: "È nato recentemente, poco più di due lustri or sono, un dessert nella città di Treviso, che fu proposto per la prima volta da un certo cuoco pasticciere di nome Loly Linguanotto". Il dolce e il suo nome tiramisù, come cibo nutrientissimo e ristoratore, divennero immediatamente popolarissimi e ripresi, con assoluta fedeltà o con qualche variante.
Non solo Lo chef pasticciere Linguanotto lavorava nelle cucine del Ristorante Beccherie a Treviso, già punto d'incontro segreto, quand'era ancora una bottega di macellai - il ristorante inizierà l'attività nel 1875 - dei patrioti risorgimentali che arrivavano da Venezia e dal Trevigiano per andare a incontrare altri patrioti a Rovigo, a Verona, a Mantova, a Brescia. Locale storico d'Italia, le Beccherie hanno dunque il merito d'aver creato il Tiramisù, questo dolce straordinario attualmente richiesto dai buongustai di tutto il mondo.